LE CINQUE ROSE DI JENNIFER è una storia di quelle come tante, purtroppo. Una storia di solitudine che gioca a prendersi in giro, illudendosi di avere quel qualcosa, che sai che non ti arriverà mai, mettendoci così di fronte ai nostri limiti, alle nostre paure, alle nostre illusioni; mettendoci di fronte al nostro “IO” più spietato che mai vorremmo guardare negli occhi. La protagonista principale è Jennifer un femminiello napoletano, che ostenta un’aria da diva che troppe volte scivola però, verso la sua natura più profonda, più vera: un’anima passionale rosicata da una solitudine imposta dal mondo e che non accetta. Abbiamo poi Anna, un'altra faccia della solitudine, quella più docile ed allo stesso tempo folle, quella che nonostante tutto non vuole arrendersi e che escogita di tutto per ricevere una telefonata, che aspetta oramai, anche in case che non sono la sua. Ma non è tutto, ci sono protagonisti di questa commedia, altrettanto importanti, che meritano un’attenzione particolare, permettendo allo spettatore di calarsi appieno nel vortice delle emozioni: innanzitutto la radio, con le sue canzoni, con i suoi comunicati angoscianti, che è il vero tramite di Jennifer verso il mondo esterno; il telefono con i suoi continui squilli, allarmi di una speranza che non vuole morire; i vestiti ed i trucchi di Jennifer, che la rendono ora romantica, ora spietata; ed infine le sue rose, quelle che metteranno la parola fine a questa storia.